venerdì 8 giugno 2007

avetrana, l'opportunità di aprire l'entrata al centro storico

Pubblicato a pag. 15 di LIBERAMENTE, Domenica 22 Aprile 2007

Anno XII – Numero 8, Quindicinnale di Informazione, Attualità e Cultura


Prende corpo il dibattito sull'opportunità di creare un'altra entrata nel centro storico: l'intervento, favorevole, di Santo De Prezzo

Ritengo, come tutti, che la civiltà si misura sulle capacità di interpretare il presente e che ogni scelta possa comportare o una crescita oppure una caduta involutiva. D’altronde, su queste basi Karl R. Popper elaborava la “Miseria dello storicismo”. In sostanza, vi sono due ordini di problemi che s’incontrano quando si valutano le scelte più significative. Il primo, sta nello scernere tra gli accadimenti evidenziandoli attraverso una scala di valori. Il secondo, nello spessore culturale dell’analisi.

Ebbene, ascoltando i ragionamenti e leggendo gli scritti degli amici di Avetrana su uno degli ultimi argomenti d’interesse locale, e cioè sull’acquisto da parte del Comune di Avetrana di un modesto fabbricato posto in vendita da privati nel centro storico, non posso fare proprio a meno di spendere qualche parola di commento, tenuto conto che, qualche anno addietro, fui proprio io a lanciare l’idea dell’opportunità di un nuovo ingresso al centro storico, per una serie di coincidenze di cui mi riservo di parlarne in altra occasione. Ne parlai all’allora Sindaco dott. Conte ed agli altri amici, tra cui i fondatori dell’Archeoclub locale.

Senza dubbio, debbo premettere che non ho mai avuto pretese di essere portatore della verità assoluta ma probabilmente m‘accompagno con molti altri nelle banalità, che però meritano anch’esse di essere valutate. In merito all’argomento, ho seguito il dibattito svoltosi in consiglio comunale nella seduta del 6 febbraio 2007; ho letto sull’ultimo numero di Liberamente del 8 aprile l’intervento dell’Archeoclub di Avetrana e dell’Ing. Franco Galati. Sicchè, devo subito dire che ho percepito immediatamente un comune filo conduttore, non già per l’adesione all’orientamento di pensiero contrario all’acquisto, bensì per la metodologia dei ragionamenti, che mi spinge a scrivere. Dunque, in sede istituzionale, i consiglieri dell’opposizione hanno censurato l’acquisto del fabbricato indicando altre priorità, ritenute più impellenti, gli amici dell’Archeoclub hanno anteposto la loro visione di mantenere inalterate le fattezze degli immobili presenti nel centro storico e l’Ing. Franco Galati ha evidenziato profili di stretta natura tecnica ostativi alla modifica sostanziale del fabbricato.Ebbene, tutte le esposte tesi, per quanto possa serenamente su di esse riflettere, non mi convincono perchè trascurano alcuni dati ben precisi.

Il primo è che l’attuale amministrazione comunale ha indicato, nelle sue linee programmatiche dell’azione di governo, l’intendimento di volersi adoperare per realizzare un ulteriore ingresso pedonale nel centro storico, ragion per cui la deliberazione del consiglio comunale del 6 febbraio risulta essere un provvedimento attuativo di una volontà politica del paese, essendo il consiglio comunale il massimo consesso rappresentativo della comunità; la cosa può essere gradita o non gradita, ma il dato politico è molto chiaro. Il secondo dato sta nella fortuna perché, in via del tutto occasionale e coincidente, è giunto dal mercato un fabbricato che si presta allo scopo. Il terzo elemento è che, senza retorica, il nuovo ingresso al centro storico soddisfa un enorme interesse generale della comunità e risponde ad una funzione principalmente sociale che non pare essere stata perseguita con noncuranza di altri interessi generali e con sperpero di denaro dalle casse pubbliche. Pertanto, le motivazioni di contrarietà sostenute dai consiglieri di opposizione nella seduta del 6.2.2007 mi sono apparse prive di pregio e probabile frutto di uno scontro politico ad ogni costo, che a mio parere, non ha alcun senso, quando l’idea tende veramente a soddisfare interessi pubblici, come potrebbe avvenire se poi sarà effettivamente realizzato il nuovo ingresso al centro storico. Ritengo più opportuno sostenere la scelta e collaborare perché si porti a compimento l’opera nell’interesse della comunità.

Quanto agli amici dell’Archeoclub, non posso non esprimere il mio dissenso alle loro ragioni di contrarietà. Che significa rispetto della storia? Qui bisogna veramente intendersi: una cosa è il recupero delle tracce di interesse archeologico, che consentono la ricostruzione di precisi accadimenti avvenuti in tempi remoti per comprendere civiltà antichissime e sepolte dal tempo; altra cosa è esprimere i valori contemporanei e consolidare la storia recente. Avremmo mai avuto la possibilità di apprezzare l’arte e le suggestioni della spiritualità di cui è impregnata l’attuale Basilica di S. Pietro, se nel 1500 Papa Giulio II non avesse dato mano alla ricostruzione ex novo di quella preesistente, costruita nel IV secolo per opera dell’imperatore Costantino nel luogo dove insisteva il Circo di Nerone e, secondo la tradizione, è stato crocifisso e sepolto San Pietro, primo Papa del Cristinianesimo? No, cari amici, manteniamo l’approccio conservativo dell’archeologia all’archeologia e prendiamo atto che la storia è un divenire con il coraggio per il nuovo. E poi a nulla possono valere le valutazioni fatte sul catasto onciario che, mi dispiace dirlo, risultano fuori luogo. Devo pure manifestare il mio disappunto sulle ragioni di resistenza sollevate dall’Ing. Franco Galati che al lettore paiono allinearsi alla contrapposizione politica consumata nel consiglio comunale in cui si adottò la deliberazione dell’acquisto, che non sono affatto condivisibili. Mi è davvero impossibile comprendere uno scenario di sventramento di forzieri della tradizione, sacrificati all’interesse della modernità che confliggono con l’intenso traffico presente su via Manduria. Diciamolo pure, se ci sarà l’apocalisse, come quella dei testimoni di geova, essa avverrà non prima di qualche milione di anni, pari pari con lo spegnersi del sole: no, caro amico Franco Galati, penso che lo scenario che hai raffigurato nel tuo scritto sia del tutto irreale.

Non è il caso di sovvertire l’ordine delle cose, per una semplice decisione di acquistare un fabbricato modesto a prezzo di mercato, che ben si presta all’interesse condiviso dalla gente di fruire di un accesso pedonale al centro storico dove è ubicata la chiesa Madre. In fondo, non ho colto, davvero, lamentele nei cittadini ma solo in un ambito assai ristretto. Ebbene, dobbiamo dircelo, la politica è basata sul consenso della popolazione, non sui nostri ragionamenti. Qui l’argomento, ripeto, ha una valenza sociale e culturale senza spazi per mere strumentalizzazioni. E’ veramente il caso di dire, come quella famosa trasmissione di Gianni Minoli, “La storia siamo noi”, con la speranza di poterci ritrovare per vedere cosa la nostra generazione sarà stata capace di fare o non fare oltre che a subire o parlare.

santo de prezzo

1 commento:

Anonimo ha detto...

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